Gli effetti collaterali della chemioterapia sono spesso la maggior causa di preoccupazione per chi si ammala di cancro. Tuttavia questi sono molto variabili da trattamento a trattamento e da individuo a individuo.

Rispetto ad alcuni anni fa, inoltre, il loro impatto sul benessere del paziente e la sua qualità della vita è stato molto ridotto grazie a una maggiore attenzione da parte dei medici a questi aspetti:

  • si è dimostrato che spesso è possibile ottenere lo stesso risultato con dosi di farmaci inferiori a quelle usate in passato;
  • talvolta si può raggiungere lo scopo aggiungendo al “cocktail” di medicinali, come talvolta vengono chiamate le associazioni, altre sostanze più tollerate, riducendo la dose di quelle più tossiche;
  • sono stati messi a punto vari rimedi, farmacologici e non, per tenere sotto controllo gli effetti collaterali indesiderati.

Prima di iniziare il trattamento si può chiedere al proprio medico quali sostanze verranno somministrate e quali effetti collaterali ci si può attendere, ricordando comunque che:

  • la maggior parte di questi effetti indesiderati è di breve durata;
  • spesso cominciano ad attenuarsi e svanire con la fine del trattamento;
  • esistono farmaci e metodi per alleviare alcune delle loro conseguenze.

È indubbio tuttavia che queste cure possono provocare:

Stanchezza

Il senso di affaticamento che si può provare con il cancro e durante le cure è particolarmente intenso e prolungato e ha un nome specifico che, dall’inglese, è usato anche in Italia, fatigue. Ci si sente deboli e senza forze e questa sensazione può peggiorare con l’avanzare delle cure. Questo fenomeno può dipendere da vari fattori:

  • l’azione dei farmaci
  • l’impegno dell’organismo nella lotta contro la malattia
  • la mancanza di sonno
  • la difficoltà a mangiare adeguatamente
  • la possibilità che subentri un’anemia
  • il basso livello di globuli bianchi dovuto al trattamento

Si può avvertire la stanchezza in maniera più marcata nei giorni in cui ci si sottopone alla chemioterapia e in quelli immediatamente successivi. È bene quindi chiedere aiuto a parenti e amici, per esempio per le incombenze domestiche e la cura dei figli, soprattutto in queste fasi e prevedere di potersi assentare dal lavoro, ridurre gli orari oppure portarlo avanti, per quanto possibile, da casa.
In generale, comunque, bisogna cercare di organizzarsi per assecondare l’organismo che chiede riposo, senza richiedere a se stessi sforzi eccessivi.

Disturbi digestivi

Le cellule che rivestono le mucose dell’apparato digerente, poiché sono soggette a un continuo ricambio, sono tra quelle che risentono di pIù dell’azione dei farmaci usati per la chemioterapia. 

È comune quindi che durante il trattamento si verifichino:

  • nausea e vomito
    Non tutti i medicinali usati in chemioterapia provocano nausea e vomito e comunque, anche per quelli che di solito provocano questi disturbi, è impossibile prevedere se lo faranno, e in che entità, nel singolo individuo. Quando si verificano, i disturbi compaiono a partire da alcuni minuti fino a diverse ore dopo la somministrazione del farmaco. Possono durare per ore, più raramente per qualche giorno. Se la sostanza ha determinato questi sintomi la prima volta, è probabile che lo farà anche nelle somministrazioni successive. I medici possono controllarli con farmaci detti antiemetici, che di solito vengono dati in vena insieme alla chemioterapia e poi proseguiti per via orale o intramuscolare a casa. Vanno presi regolarmente anche se ci si sente abbastanza bene, perché questi prodotti funzionano meglio a scopo preventivo che curativo.

Se nonostante ciò, i disturbi fossero particolarmente impegnativi, è bene informare il medico, che potrà cercare altre soluzioni.

Inoltre, è bene avvisare il personale di cura se il vomito

  • vi preoccupa perché è particolarmente violento o prosegue per più di uno o due giorni
  • vi impedisce di bere
  • compare senza ragione apparente (per esempio a distanza di tempo dall’ultima seduta di chemioterapia)
  • dolore, infiammazione e ulcere in bocca 
    Questi disturbi possono comparire da cinque a dieci giorni dopo l’inizio del trattamento e in genere si risolvono gradualmente nelle 3-4 settimane dopo che è finito. Il medico potrà consigliarvi dei risciacqui, per evitare che le ulcere si infettino, e degli analgesici per tenere a bada il dolore, in modo che non vi impedisca di mangiare e bere.
  • sapore cattivo o alterazione del gusto
    Alcuni medicinali usati in chemioterapia modificano il gusto dei cibi, che può risultare più salato, amaro o metallico. Il fenomeno regredisce alla fine del trattamento ma prima che passi sono necessarie a volte alcune settimane.
  • perdita di appetito, diarrea o stipsi
    Non preoccupatevi se non riuscite a mangiare il giorno del trattamento o quello successivo, purché poi recuperiate tra una seduta e l’altra. È importante invece introdurre sempre un’adeguata quantità di liquidi, per evitare la disidratazione, soprattutto se le cure scatenano diarrea. Se, al contrario, compare stipsi, si può cercare di rimediare con una dieta ricca di fibre.

 

Tutti questi effetti collaterali si combattono con i medicinali prescritti o somministrati direttamente dal medico insieme alla chemioterapia, ma anche con una alimentazione adeguata. 

Infezioni, anemia, sanguinamenti

I farmaci usati in chemioterapia ostacolano il rinnovamento delle cellule del sangue che quindi possono scendere a livelli pericolosi.

Il calo dei globuli bianchi può favorire infezioni. Avvisate subito il medico in caso di:

  • febbre alta
  • sensazione di freddo e brividi
  • tosse
  • mal di gola
  • mal di testa
  • mal di muscoli

Il calo dei globuli rossi può portare ad anemia, per la quale ci si può sentire particolarmente stanchi o può mancare il fiato.

Il calo delle piastrine può facilitare i sanguinamenti dalle mucose o la formazione diecchimosi.

Se questi effetti si fanno particolarmente impegnativi i medici possono provvedere con appositi farmaci o con trasfusioni di sangue.

Caduta dei capelli, disturbi alla pelle e alle unghie

La caduta dei capelli, dei peli, di ciglia e sopracciglia è considerato un segno caratteristico della chemioterapia, e anche per questo è una delle conseguenze più temute dai pazienti: non solo perché incide in maniera significativa sulla propria immagine, ma anche perché rende evidente a chiunque il proprio stato di malattia. In realtà, non tutti i farmaci usati per la cura dei tumori provocano questo effetto indesiderato, né tutti lo fanno con la stessa intensità. Alcuni rendono solo i capelli più fini e radi, altri non agiscono a questo livello. Inoltre è bene ricordare che il fenomeno è reversibile e i capelli ricominciano a crescere dopo poche settimane dalla fine del trattamento. In genere la capigliatura ha recuperato un aspetto normale entro 4-6 mesi dal termine delle cure, anche se è possibile che ricrescendo i capelli acquistino un colore diverso o risultino più ricci.

Nel frattempo, se non ci si sente a proprio agio, è possibile ricorrere a foulard, cappelli o parrucche, che però possono risultare fastidiose, soprattutto d’estate. In ogni caso conviene chiedere informazioni al personale infermieristico: molti centri prevedono consulenze specifiche anche su questi aspetti, compreso anche il make up adatto a mascherare gli effetti più visibili delle cure.

In alcuni casi è possibile cercare di prevenire la caduta dei capelli indossando durante le sedute una particolare cuffia ghiacciata: riducendo l’apporto di sangue al cuoio capelluto si cerca di diminuire anche la quantità di farmaco che raggiunge i bulbi piliferi. Il metodo comunque non è utilizzabile in tutti i casi, per cui conviene discuterne in anticipo con il proprio medico.

Alcuni farmaci usati in chemioterapia possono rendere la pelle secca e sensibile o provocare reazioni cutanee. È bene mettere sempre una crema protettiva quando ci si espone al sole. Anche le unghie ne possono risentire, diventando secche, scheggiate o striate.

Alterazioni nervose

Talvolta la chemioterapia può provocare una neuropatia periferica, che si manifesta con alterazioni della sensibilità, formicolii, sensazione come di punture di aghi soprattutto alle mani e ai piedi. In genere regredisce al termine delle cure, ma solo dopo diversi mesi.

Le cure possono anche compromettere in varia misura l’udito. Anche questo fenomeno può essere transitorio ma se vi accorgete di sentire male, avvisate il medico che potrà talvolta adeguare il dosaggio dei farmaci.

Danni ad altri organi

Dei  trattamenti contro il cancro possono talvolta risentire, in maniera transitoria o permanente, i più importanti organi dell’organismo (cuore, fegato, reni e polmoni). Sarà cura dei medici cercare fin dall’inizio le cure più adatte al singolo paziente, in relazione ad altri eventuali problemi di salute preesistenti, oppure cambiare terapia nel caso si manifestasse sofferenza a livello di queste funzioni essenziali.

Alcuni tipi di chemioterapia possono anche favorire la formazione di trombi: nel caso in cui una gamba si gonfiasse oppure il paziente si sentisse mancare il respiro è importante avvisare subito il proprio medico.

Conseguenze su sessualità e fertilità

La stanchezza provocata dalla malattia e dalle cure e la preoccupazione per la propria salute possono togliere interesse per la vita sessuale  in questo periodo. È importante tuttavia mantenere aperto il dialogo con il partner anche su questo tema delicato, ed eventualmente cercare la collaborazione di personale esperto.

Oltre agli aspetti psicologici ci possono essere anche difficoltà di tipo fisico: le mucose femminili, danneggiate dalla chemioterapia, possono rendere doloroso il rapporto. In questo caso ci si può aiutare con un gel lubrificante.
Per le coppie in età fertile è importante garantirsi una contraccezione sicura perché molti farmaci usati in chemioterapia potrebbero provocare malformazioni nel feto.

Infine, sebbene i farmaci in genere non passino nello sperma e nel liquido vaginale, l’uso del preservativo può evitare di passare al partner anche piccole quantità di sostanze farmacologicamente attive.

Una grossa preoccupazione di chi si deve sottoporre alla chemioterapia in giovane età è la possibilità che le cure compromettano la fertilità futura. È bene parlare di questo aspetto con il proprio medico prima dell’inizio delle cure perché nelle scelte terapeutiche si tenga conto anche del desiderio di avere in futuro dei figli.

Oggi , soprattutto in funzione della sempre maggiore quota di bambini e ragazzi che guariscono dal cancro, e in particolare dalle leucemie, si presta molta attenzione a questo aspetto e molti ricercatori sono impegnati a cercare soluzioni su questo fronte: gli schemi di chemioterapia sono sempre meno aggressivi, si può prevedere la raccolta e il congelamento di sperma e ovociti prima del trattamento. 

IMPORTANTE – Le informazioni qui sopra riportare hanno uno scopo puramente informativo. Chiedere sempre il parere del proprio medico.