Gli obiettivi della  Chirurgia Oncologica includono: diagnosi, terapia, controllo, ricostruzione, profilassi, palliazione e posizionamento di dispositivi medico-chirurgici in supporto ad altri trattamenti paralleli. 

 

Nonostante i numerosi miglioramenti ottenuti negli ultimi decenni per contenere quanto più possibile l’estensione dell’intervento chirurgico e del danno ad esso correlato (si pensi per esempio alla asportazione del solo quadrante rispetto alla mastectomia nei tumori della mammella, o agli interventi in laparoscopia in chirurgia addominale), la cicatrice chirurgica resta la stigmate più visibile e meno gradita del tumore. Non esiste la possibilità di avere cicatrici invisibili e la chirurgia oncologica, al fine di perseguire il miglior risultato terapeutico, deve seguire regole specifiche, in rapporto al tipo, alla sede e all’estensione del tumore. La mano del chirurgo è in parte responsabile dell’esito cicatriziale, ma gran parte è legato alla reattività cutanea individuale, e a ciò che viene fatto nei mesi a seguire.
La cicatrizzazione esaurisce infatti il suo iter ricostruttivo in nove mesi, dei quali i primi due-tre sono di fondamentale importanza per ottimizzare l’esito.

Cosa fare?

In genere la rimozione dei punti avviene dopo una settimana dall’intervento e la cicatrice si mostrerà dolente, arrossata e gonfia. E’ opportuno seguire l’evoluzione della stessa, individuando precocemente alterazioni della cicatrizzazione sia in difetto che in eccesso (formazione di cheloidi o di cicatrici ipertrofiche) queste possono essere prevenute con creme o cerotti medicati che appiattiscono e frenano il processo cicatriziale. 

  • Per evitare che il tessuto adiposo sottostante si riduca di spessore e di consistenza (atrofia) è opportuno massaggiare delicatamente la parte due volte al giorno per circa 10 minuti.
  • Utilizzare prodotti sicuri ed adeguati che non interferiscano con le terapie a cui il paziente deve essere sottoposto come chemioterapia e radioterapi. Importante è una detersione delicata a base oleosa che rispetti il mantello idrolipidico e garantisca nutrimento, riparazione ed elasticità.
  • Toccare la parte ferita aiuta a riprendere contatto con il proprio corpo, e ad accettare la nuova situazione fisica che si è creata e con la quale si dovrà convivere.
  • Negli interventi per tumore alla mammella per evitare una perdita di potenza del braccio è utile una riabilitazione funzionale continua e moderata da iniziare subito dopo l’intervento.

 

IMPORTANTE - Le informazioni qui sopra riportare hanno uno scopo puramente informativo. Chiedere sempre il parere del proprio medico. 

 

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